Tutti corrotti

A Roma restano solo i granatieri

Con un consiglio comunale ridotto una canea, dove neanche si contano più gli arrestati e gli indagati, il sindaco Marino è riuscito a fare tra lazzi e fischi il simbolo della vittoria non come Churchill, con le sue dita una mano sorniona, ma con due braccia alzate alla Gesù in croce. Di sicuro due ladroni da mettergli accanto li troveranno. La situazione è questa il partito di maggioranza relativa è investito da uno scandalo che nemmeno il Psi degli anni ‘90 sarebbe riuscito ad eguagliare. Il principale faccendiere di quel partito è accusato di attività mafiosa, tanto che sta cercando di spiegare ai magistrati inquirenti che si trattava solo di finanziamento illecito ai partiti, il suo ma visto che c’era anche a quello che aveva governato Roma precedentemente il Pdl e per imbonirselo aveva come compare un personaggio famoso per le sue frequentazioni con la banda della Magliana, il cecato. Un mondo criminale che torna a galla, altro che terra di mezzo, tanto da veleggiare sino alle soglie del governo e questo grazie ad un altro personaggio ineffabile, tal Odevaine, che ha scalato tutti i ranghi dell’amministrazione in una carriera sufficiente a discreditare le istituzioni per vent’anni, il tempo di passare dal gabinetto Veltroni alla consulta immigrazione del governo Renzi. Il sindaco sostiene di essere una risposta pulita ed innovativa a tutto questo meno male, considerando che ha dichiarato di non aver incontrato Buzzi ed è stato smentito e Buzzi sostiene di aver persino versato dei soldi alla sua campagna elettorale oltre a sostenere che con lui in sella Roma se la sarebbero mangiata. “Sono tutti corrotti”, ha detto Buzzi e “tutti”, significa tutti. Millanteria? Possibile, ma ha il sindaco la cedibilità sufficiente per smentire questo stillicidio continuo che l’investe? Può il governo restare insensibile? E per quanto tempo andrà avanti questo spettacolo? Quello che davvero si rifiuta di capire è che non si tratta di cacciare il sindaco e di azzerare una giunta, ma di ricostruire un tessuto civile, nella politica e nell’amministrazione che è saltato del tutto. Renzi si decida ad agire in fretta, il suo sindaco è bollito o il prossimo consiglio comunale invece che in Campidoglio verrà insediato in una caserma dei granatieri. Dopo che anche un carabiniere sembrerebbe coinvolto, sono ancora gli unici a Roma fuori dall’inchiesta.

Roma, 10 Giugno 2015